Il decreto appena firmato ha aggiunto una ulteriore vanga di terra sopra il nostro settore , già semisepolto , dell’intrattenimento.
Ma quando , ancora vivi, ci siamo guardati attorno per vedere chi c’era al nostro estremo saluto , a malincuore non abbiamo visto nessuno , nemmeno le 15 persone concesse dal Presidente.
Nessuno che piangeva e nessuno che si lamentava dell’ingiustizia della nostra prematura scomparsa battendosi il petto , niente amanti disperate o cugini lontani mai visti prima.
Forse non aveva tutti i torti il nostro Primo Ministro quando ha definito gli Artisti “ I nostri Artisti che ci fanno molto divertire”, riportandoci subito con la mente al medioevo quando da un applauso a un “tagliategli la testa” il passo era breve e la vita del giullare era appesa a un filo.
Non aveva tutti i torti perché la gente ci vede davvero cosi : Un settore superfluo , irregolare , lontano dalla realtà della fatica di tutti i giorni.
Purtroppo però non comprende che dietro a un artista che si esibisce ci sono decine , centinaia , migliaia di persone che lavorano giorno dopo giorno a fare si che questo possa succedere ,alimentando un settore che negli ultimi decenni si è completamente regolarizzato ,che si è dotato di professionalità di altissimo livello tanto da venire anche prese in prestito dalle spesso più blasonate produzioni straniere.
E sono le stesse professionalità che da maggio di questo anno terribile hanno lavorato senza sosta per garantire piccoli e medi spettacoli di musica dal vivo , con capienze che prima non avrebbero nemmeno fatto alzare la cornetta a metà dei promoter che conosco , per dimostrare che la musica non era stata sconfitta , che il distanziamento in teatro era un sacrificio economico ma che era l’unica strada per questo periodo di passaggio e in quanto tale era stato accettato senza proteste.
E cosi da Giugno 2020 sono stati realizzati 2782 spettacoli con quasi 350.000 spettatori.
Il più delle volte a copertura spese , per mantenere accesa la macchina , per far vedere che la cultura e l’intrattenimento non si sarebbero fermate cosi facilmente.
E sapete di quei 350.000 spettatori , inseriti in un contesto di distanziamento sociale realizzato meticolosamente , quanti positivi segnalati alle Asl collegabili a questi eventi ci sono stati ?
1 . UNO. ONE . EIN. UN .
Certo qualche contagio può essere sfuggito al censimento ma non ci sono stati cluster o focolai legati ad eventi dal vivo e questo dimostra che il settore ha lavorato egregiamente per mettere in atto le regole ricevute e garantire sicurezza e rispetto degli standard e delle linee guida sanitarie.
Nel frattempo in Italia, cosi come nel resto del mondo , il numero dei contagi è risalito velocemente , come ampiamente previsto da prima dell’estate , ed è andato di pari passo con le metropolitane piene , con le piazze gremite di gente , con gli aerei riempiti fino all’ultimo posto ,con le mascherine tenute a mo’ di fascia del Capitano , con il turismo nei paesi meno controllati , e altre mille attività che forse potevano essere gestite meglio premiando i gestori virtuosi e punendo i gestori menefreghisti.
Il nuovo DPCM , provando a mettere una pezza a molte di queste attività , sancisce la fine – per un altro mese ma non ci è difficile pensare ad una proroga fino a fine anno – dei concerti e degli spettacoli teatrali , come se questi fossero una concausa primaria della situazione pandemica in atto.
Altri giorni di Stop forzato che sposteranno sempre più avanti l’asticella della programmazione , che scoraggeranno anche quei promoter che hanno creduto fino all’ultimo a un inverno di normalità , che porteranno molti artisti a cercare altri lavori che prescindano dalla loro arte , che in pratica svuoteranno un settore che crea Cultura e alimenta la passione. Uno dei pochi rimasti a farlo.
E se dal basso della nostra fossa, con l’unico occhio ancora libero dalla terra gettataci sopra, guarderemo verso l’alto , potremo veder passare un volo di linea , pieno zeppo di passeggeri non distanziati che nelle loro cuffie continueranno ad ascoltare canzoni random, inconsapevoli che anche quella è cultura che muore , pochi metri sotto di loro.